Cura Fisica

Cura Fisica

Dimmi come ti alleni e ti dirò chi sei

Nel corso degli anni, lavorando a contatto con il pubblico, ho potuto apprezzare e disprezzare i più disparati approcci d'allenamento, scaturiti da un imprinting mentale e una forma di pensiero a capo di ciò che con il movimento è stato poi espresso.
Se il corpo muove le fila del discorso, la mente le compone e l'approccio emotivo, le sensazioni, le idee e i tratti psicologici della persona che li rappresenta hanno sempre determinato una differente dose di carico e di cattiveria durante lo sforzo fisico.
Penso di poter stilare una lista, in costante aggiornamento, dei "figuranti da sala pesi", attori di se stessi, vittime del proprio modo di essere che se la risultante genetica fosse l'elemento preponderante, allora, forse nessuno di noi avrebbe più speranza.
In realtà, ciò che madre natura non dispone per noi è possibile sostituirlo con una buona dose di volontà, tenacia, perseveranza, dedizione, pronti a colmare i vuoti o addirittura le disabilità che disgraziatamente ognuno di noi può possedere.
Ci sono tanti esempi da poter fare. Fra i più eclatanti, Alex Zanardi,  Bebe Vio, campioni nella vita e nello sport, dotati di una rara caparbietà in grado di superare barriere inimmaginabili. Con questo non voglio dire che "niente è impossibile", perché alcune cose sono impossibili per alcuni e possibili per altri. Se puoi sognarlo, non è detto che tu possa farlo, ma prima di fallire hai sempre una chance di provarci. Poi, c'è chi ci prova e chi ci riesce.

Per il mio personalissimo studio, prendo come riferimento la prima ripetizione di squat, i banalissimi piegamenti sulle gambe. Come un colloquio di lavoro, osservo la sicurezza nell'afferrare il bilanciere, lo sguardo basso, la cifosi, le gambe incrociate, la voglia d'aumentare il peso e la paura di farsi male. Già al primo approccio, sai chi sei, una vittima o un carnefice.

LA COPERTA DI LINUS

Alcuni soffrono della sindrome da "coperta di Linus", il personaggio dei Peanuts, Charlie Brown per intenderci. Hanno sempre bisogno di essere rassicurati, di una presenza. "Mi guardi?", "lo faccio bene"?, "ho la schiena dritta!?"... Sì, hai la schiena dritta, ti alleni da 5 anni con lo squat e direi che è ora che inizi ad essere sicuro delle tue forze.

IL GOBBO

L'atteggiamento cifotico (la "gobba dorsale" per intenderci), così come altri paramorfismi, può a volte essere psicosomatica. Certe espressioni di movimento descrivono il nostro modo di rapportarci con il mondo circostante, emozioni tipiche del carattere della persona. La chiusura in avanti delle spalle può nascere da un soggetto introverso, che ha magari difficoltà ad esternare il proprio carattere, subendo se stesso in relazione con gli altri. Al primo approccio, anche a bilanciere scarico, si abbatte sotto la forza del peso come se avesse il fardello peggiore dell'umanità sulle spalle. E' ora di... tirare fuori le palle...

IL PULCINO PIO

Tenero come un grissino, intimorito. Incrocia le ginocchia in accosciata. Non ha paura, ma si giustifica, trova delle scuse per rimanere nella sua zona di comfort, quella che lo rassicura, il suo nido d'affetti. Non volge lo sguardo una spanna oltre il suo naso e non rischia neanche mezzo chilo in più sul bilanciere perché potrebbe farsi male. Non ha limiti, perché è lui stesso il suo stesso limite. Non accetta caramelle dagli sconosciuti ed è spesso ipocondriaco. Se sulla scheda trova scritto "3x8" ne completa esattamente 8. Alla nona ripetizione, potrebbe scoppiare un cataclisma da un momento all'altro. E poi muori, un po', ogni giorno...

IL GLADIATORE

Semplicemente, afferra il bilanciere e va avanti finché non si spezza. Forte, arrogante, tenace. E' lui stesso a intimarti di aumentare il carico. Testosterone alle stelle, grinta da vendere. Se non dai un freno alla sua voglia di strafare, rischia di consumarsi l'anca e le ginocchia. Ok, sei bravo, ma adesso datti una calmata. La potenza è nulla senza il controllo e a volte è meglio saper coniugare i verbi, prima di esibirsi in pubblico. Nella maggior parte dei casi, si trasforma in fenomeno da baraccone, urla, sbatte i pesi e non li rimette mai al loro posto. Preferivo il pulcino pio...

LO STUDENTE MODELLO

Rispetta i limiti di velocità, saluta prima di andare via e ti stringe la mano. Ha un'esecuzione impeccabile, se non fosse che solleva la metà del suo peso corporeo. E' un ibrido fra la "coperta di Linus" e il "pulcino pio". Ma lui studia, applica le leggi della fisica. In sala pesi, però, così come nella vita, a volte la matematica non fa i conti con la realtà e per la legge del calabrone, certe cose è meglio non saperle per cercare di volare e volere ciò che nessun libro (o nessun personal trainer) ti ha ancora raccontato.

COSA DEVO ESSERE PER DIVENTARE QUALCUNO?

NESSUNO! In sala pesi, come nella vita, si creano delle circostanze. Giuste o sbagliate, a volte si urla e a volte si sta zitti. Alcune volte è il momento di spingere, altre volte bisogna essere ponderati e ricercare la contrazione, con la mente prima che con i muscoli. Il bello è che non ci sono regole, ma solo concetti, inespressi, espressi, docili o violenti, una nave senza nocchiere, in balìa delle onde forse, ma in grado di sapersi muovere nella quiete e nella tempesta. L'unica certezza è l'isola che non c'è, come ultimo ormeggio per l'obiettivo che si desidera raggiungere...


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