Cura Fisica

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La dieta flexitariana - Tutti per uno, salute per tutti

Ne avete sentite di tutti i colori, lo so. Dai vegetariani ai vegani, dai crudisti ai paleolitici, dai pastafariani ai locavori. Lo sterminato mondo delle diete, assuefatto alle idee e non ai concetti, molte volte segue l'onda della moda, altre volte propone soluzioni ai limiti della comicità pubblicizzate nelle peggiori riviste di Caracas.
Quale scegliere? Come distinguere fra le proposte di mercato e le alternative salutari adatte alle nostre esigenze?
Premessa: tutte le diete del mondo funzionano, se l'obiettivo è dimagrire e le regole del gioco impongono la restrizione calorica (mangio meno rispetto a ciò che consumo). Potreste dimagrire anche in mezzo al deserto, con la dieta del Sahara ad esempio (una mia estemporanea invenzione, non credeteci), ma alla vostra salute chi ci pensa? Perdere 10kg ed essere ricoverati la settimana dopo non è di certo la soluzione migliore.

Abbandonando le correnti di pensiero ed evitando le lotte di classe fra l'agnello pasquale e il tofu di Natale, cerchiamo di impadronirci della teoria, applicandola alla pratica più semplice e adatta alle nostre esigenze.
Avete mai sentito parlare di dieta flexitariana? Io no, fino ad una settimana fa, quando girovagando per Roma con la mia famiglia ci siamo imbattuti in un ristorante a tema (facendo poi la figura del fesso alla domanda "cosa mangiano i flexitariani?").

I flexitariani (termine nato dall'unione di "flessibile" e "vegetariano") mettono insieme i principi della dieta vegetariana senza astenersi del tutto dalla carne. La base alimentare resta quella tipica, fatta di frutta e verdura, prediligendo il pesce come fonte proteica ma senza rinunciare definitivamente ad una portentosa bistecca.
Il limite sull'utilizzo delle carni è a seconda del vostro livello di flessibilità
-I principianti evitano la carne per almeno 2 giorni
-I flexitariani avanzati escludono proteine animali per 3 o 4 giorni
-I flexitariani esperti escludono le proteine animali per 5 giorni.

Incoraggiando l'uso di alimenti d'origine vegetale, ricchi in fibre e ipocalorici, è possibile ridurre nettamente il carico calorico giornaliero, escludendo cibi raffinati o zuccheri lavorati, dando spazio a cereali integrali, frutta secca, verdura e legumi.
Per le proteine, 2/3 del fabbisogno proteico verranno coperti da pesce o fonti proteiche alternative (soia, tofu, seitan, uova, formaggi magri, legumi, ecc.) mentre la rimanente parte, esigua rispetto al totale, potrà essere integrata con proteine di origine animale, senza estremismi di sorta o drastiche riduzioni. Ricordiamo che la quota amminoacidica che compone la proteina e che rende il valore biologico dell'alimento in termini di assorbimento più o meno funzionale per l'organismo è di gran lunga superiore nelle uova (100/100) e nelle carni (80/100).

La dieta flexitariana, proprio per la comunione d'intenti da cui nasce, ammette la "collaborazione fra alimenti", al fine di rendere l'organismo efficiente, non per morale, per stile o per moda, ma per principi e concetti, nati dallo studio degli effetti del cibo sull'uomo.

Per questo motivo offre un piano alimentare sano pro-vegetali ma non anti-carne. Esso può insegnare a diventare vegetariani part-time, ad aggiungere alla dieta più alimenti vegetali economici, eco-friendly e che possono contrastare l’insorgere di malattie, oppure può semplicemente contribuire al ridimensionamento delle classiche porzioni giganti di carne.

La dieta flexitariana può inoltre essere fonte di ispirazione per includere nell’ambito del regime alimentare più pasti senza carne, senza per questo dover modificare in modo drastico ciò che si è abituati a mangiare. Come risultato, è possibile perdere peso gradualmente, migliorare lo stato di salute generale e forse anche vivere un po’ più a lungo, dato che molti recenti studi stanno rivalutando l'esclusivo utilizzo delle carni come approvvigionamento proteico.

Se di dieta si parla, dunque, perché non scegliere il principio dei concetti, favorendo l'impiego di più fonti alimentari sulla base delle necessità e delle evidenze scientifiche, piuttosto che essere estremisti per religione ma non secondo ragione?



Per approfondimenti:

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