Cura Fisica

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La storia dello zucchero, bugie e falsità della dolce vita

12 settembre 2016. Una ricerca pubblicata sul JAMA Internal Medicine, rivista di stampo internazionale e curata dall'AMA (American Medical Association), riporta tutte le pubblicazioni storiche e le documentazioni scientifiche sui legami fra malattie coronariche e zucchero.
La prima ricerca risale al 1950, anno in cui vengono posti in esame i primi dibattiti sull'incidenza delle malattie coronariche e il ruolo che giocano zuccheri e grassi in risposta a tali complicazioni. Nel progetto di studio portato avanti nel 1965, emerge che grassi e colesterolo sono le cause alimentari delle malattie coronariche (CHD), revisione scientifica che viene poco dopo pubblicata sul New England Journal of Medicine destando gli allarmismi della popolazione mondiale. Non viene comunicato, tuttavia, che a finanziare gli studi in esame è la stessa SRF (Sugar Research Foundation, ovvero la casa madre che supervisiona il commercio di zucchero nel mondo). Inoltre, ulteriori programmi di ricerca condotti fra il 1960 e il 1970 riconfermano i grassi come colpevoli diretti della diffusione a livello alimentare delle disfunzioni coronariche. 
Grazie all'opera di studio degli autori dell'inchiesta in questione, è emerso di recente che la SRF ha sborsato quasi 50.000 dollari per convincere gli scienziati di Harvard (conduttori degli studi manipolati nel decennio 1960-70) a ridurre al minimo il legame fra l'ingestione di zuccheri e l'insorgenza delle malattie coronariche. I documenti sono stati consultati negli archivi dell’Università dell’Illinois e della Harvard Medical Library e mettono in evidenza come la Sugar Research Foundation (SRF) abbia organizzato la revisione della letteratura scientifica, finanziandola e modificando le bozze dei manoscritti. Tutto questo a beneficio dell'industria stessa dello zucchero, raccontando la balla alimentare più grande degli ultimi 60 anni.
"Sono stati in grado di far deragliare la discussione sullo zucchero per decenni", ha dichiarato Stanton Glantz, professore di medicina presso l'University of California. Tutto questo ovviamente ci induce a pensare che i cinque decenni di ricerca sul ruolo della nutrizione e malattie cardiache, tra cui molte delle raccomandazioni dietetiche di oggi, potrebbero essere state in gran parte plasmate dall'industria dello zucchero.
Ma non finisce qui. Le ricerche più recenti sulla relazione fra zuccheri e CHD mostrano che l'industria alimentare ha continuato ad influenzare la scienza della nutrizione.
L'anno scorso un articolo del New York Times ha rivelato che la Coca-Cola, il più grande produttore al mondo di bevande zuccherate, aveva fornito milioni di dollari di finanziamento affinché i ricercatori minimizzassero il legame fra le bevande zuccherate e l'obesità. In più, come se non bastasse, l'Associated Press (la prima agenzia di stampa internazionale) ha riferito che le grandi multinazionali fra i produttori di caramelle hanno finanziato studi attraverso i quali sostenere che i bambini che mangiano caramelle tendono a pesare di meno di quelli che non lo fanno.
"Le rivelazioni scientifiche tendono ad essere molto importanti", continua il prof. Glantz, "per molti decenni i funzionari della sanità hanno incoraggiato gli americani a ridurre la loro assunzione di grassi, portando altrettante persone a consumare un'elevata quantità di zuccheri, i quali secondo le recenti ricerche, tendono ad alimentare i livelli d'obesità mondiale. Le mosse portate avanti dalla SRF sono state molto intelligenti e hanno plasmato la discussione scientifica globale."
La Sugar Association, accusata duramente, si è limitata a comunicare in sua difesa che in quel periodo non sono state richieste informazioni sui finanziamenti degli studi e che certi standard di trasparenza non erano fondamentali come lo sono oggi.
Ma come diceva Mary Poppins... Basta un poco di zucchero e la pillola va giù...




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